Giuseppe GALZERANO, Paolo Lega. Vita, viaggio, processo, ‘complotto’ e morte dell’anarchico romagnolo che attentò alla vita del primo ministro Francesco Crispi

Casalvelino Scalo, Galzerano Editore, 2014, p. 1161.

Il 16 giugno 1894, a Roma in via Gregoriana, Paolo Lega (falegname-giornalista, originario di Lugo, Ra) spara due colpi di pistola – andati a vuoto – contro il Presidente del Consiglio, l’ultramonarchico on. Crispi che, in carrozza, si reca al Parlamento. Viene arrestato e torturato. In tasca ha appena trenta lire (pari a centotrentadue euro). Processato il 19 luglio, basta una sola udienza per condannarlo a 20 anni e 17 giorni di carcere, che sconta in una colonia penale sarda, dove muore (avvelenato, seconda una testimonianza di Luigi Galleani, riferita da Emidio Recchioni) il 2 settembre 1896. Scatta una durissima repressione: Crispi e la monarchia profittano dell’attentato per far votare dal parlamento le famigerate leggi speciali e colpire il movimento anarchico, socialista e repubblicano, con la riduzione della libertà e l’istituzione del domicilio coatto. Tra Bologna, Ancona, Firenze, sono arrestate quindici persone con l’accusa di complicità. Molti erano della provincia di Ravenna, «colpevoli» solo di aver incontrato per caso Paolo Lega nel suo viaggio a piedi da Bologna a Falconara e di avergli offerto un tozzo di pane o un bicchiere d’acqua. Tra gli arrestati il conte e poeta anarchico Domenico Francolini di Rimini. A Firenze, Francesco Pezzi e Luigia Minguzzi, marito e moglie. Ad Ancona, Emidio Recchioni… Processati, dopo un anno e mezzo di carcere preventivo, sono assolti, ma assegnati al domicilio coatto e il volume segue minuziosamente gli arresti, l’istruttoria e il «processone». Una storia lunga, documentata e sconosciuta dell’altra Italia, dell’Italia sovversiva e ribelle dell’Ottocento.

Paolo Lega_cop1

► Scheda editoriale